Dieci domande a… Fabrizio Barbero
Hiro decide di dedicare la nuova vetrina di Tobebit (sezioni On Stage dove potrete scaricare le immagini e le schede tecniche) alla Casa Editrice B edizioni Design.
B edizioni Design rappresenta, infatti, un esempio compiuto e dichiarato di come il design e l’editoria per l’infanzia si incontrino in un progetto comune e complessivo.
Il designer Fabrizio Barbero fonda nel 1993 Barbero Design, un gruppo di lavoro con sede operativa a Torino che si dedica principalmente alla progettazione e
realizzazione di spazi, allestimenti, oggetti e comunicazioni multisensoriali lavorando nei campi dell’industrial design, interior design e exhibit.
È nel 2007 che sotto il marchio B edizioni Design, lo studio Barbero comincia a realizzare e distribuire libri e applicazioni multimediali per bambini, ma anche a progettare oggetti, spazi ricreativi, incontri e laboratori tutti dedicati all’infanzia.
“Ci piace pensare ad un mondo fatto di e più che di o,a possibilità anche diverse che convivono: il serio e il ludico, l’adulto e il bambino, la persona e il gruppo, le parole e l’immagine, il computer e la matita, il file e la carta, e… e…”
Incontriamo Fabrizio Barbero che in un’intervista e 10 domande ci racconta qualcosa in più sui suoi progetti e sul suo modo di concepire il design, soprattutto quello dedicato ai più piccoli.
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1.Estetica (nel senso più ampio) e funzione: il design oggi obbedisce sempre a questi canoni o percorre e ricerca una terza via? Se si, è una via più complessa o più primitiva?
Penso che il design oggi debba rispondere ad una prerogativa essenziale, descrivibile in una parola: sostenibilità. Intesa però in un senso ampio, non solo attenzione all’ambiente e alle sue risorse, ma anche equilibrio tra le parti e tra gli attori di un progetto, armonia dell’insieme pensato e costruito, attenzione al messaggio rivolto all’utente. Utilizzerei anche una parola ormai desueta ma efficace: garbo.
2.Come e perché nasce la casa editrice B edizioni Design e come è entrata a far parte dei vostri progetti?
I nostri libri, pensati insieme a mia moglie Marina, nascono all’interno del mio studio di design, con l’intento di continuare il lavoro svolto da bravissimi designers e artisti che hanno progettato libri e oggetti per bambini: parlo di Bruno Munari, Iela e Enzo Mari, Ann e Paul Rand, Luigi Veronesi…
Ho avuto la fortuna di avere Bruno Munari tra i miei docenti alla Scuola Politecnica di Milano. Prima, andando per la prima volta a Milano a 17 anni, avevo anche avuto la sfacciataggine di chiamarlo al telefono e andarlo a trovare nella sua casa studio; avevamo letto all’Istituto d’Arte i suoi libri e mi ero molto appassionato ai suoi insegnamenti.
In effetti quando abbiamo iniziato a progettare una serie di libri per bambini – eravamo nel 2005 – subito abbiamo pensato a proporli ad una possibile casa editrice.
Dopo vari tentativi, rivolgendoci alle migliori case editrici italiane per bambini, ci siamo accorti che il tipo di progetto e di estetica che proponevamo o non era apprezzato, o non era capito. Abbiamo anche notato, dopo indubbi apprezzamenti sulla qualità del lavoro proposto, una gran paura di rischiare!
Allora, siccome ci abbiamo davvero creduto, ci siamo presi noi tutti i rischi di impresa, creando la piccola casa editrice che progetta, fa realizzare, promuove e distribuisce direttamente i libri.
3.Definizione di gioco per i professionisti di B edizioni Design
In poche parole: osservazione, progetto, costruzione, passione, divertimento…
4.Perchè la scelta delle due lingue, per la vostra collana dedicata ai bambini e qual è per voi il carattere distintivo che vi rende diversi dagli altri editori?
L’italiano e l’inglese perché innanzi tutto riteniamo che sia importante avere molte occasioni per i bambini di avvicinarsi e confrontarsi con l’inglese, una lingua sintetica e diretta; poi perché abbiamo sempre rivolto la diffusione e la distribuzione dei nostri libri a bookstore di musei ed eventi culturali e artistici, luoghi di passaggio di un pubblico internazionale.
Penso che in un panorama di libri, parole e attività rivolte ai bambini che tendenzialmente privilegiano le componenti testuali, favolistiche ed espressivo – artistiche, un occhio ai modi di immaginare e fare, legati al mondo del design sia un elemento caratterizzante e qualitativo. Penso che in questo ambito si possa fare moltissimo con i bambini… e i bambini sono felici di fare!
5.il gioco preferito di Barbero bambino e il motivo ispiratore che lo ha portato a inseguire il Design al punto di trasformarlo in lavoro.
Quando ero bambino vivevo il mio tempo oltre gli impegni scolastici tra un grande cortile condominiale e uno scalo ferroviario adiacente… luoghi pieni di avventure!
Una delle mie attività preferite era il fare capanne, sugli alberi e tra i cespugli limitrofi alla ferrovia e, la cosa che ricordo con più piacere, allestire con vecchi cartoni piccole capanne mobili, a volte anche solo un letto ottenuto dallo sviluppo di una scatola di cartone. Passavo così molte ore a fantasticare in questi piccoli microambienti mobili…
6.E naturalmente il libro o la storia tra quelli letti da bambino che ricorda di più?
Mi piaceva molto – ora l’ha ereditato con piacere mio figlio Francesco di 8 anni – il “Manuale delle Giovani Marmotte” legato al giornalino Topolino, il mio preferito. Ricordo anche la bellissima storia de “I ragazzi della via Pal”, mi immedesimavo molto nei personaggi e nei luoghi.
7.Libertà di esprimersi attraverso oggetti d’uso comune: il bambino è ancora in grado di farlo nell’era digitale?
I bambini oggi hanno davvero la fortuna, come noi adulti del resto, di potersi muovere tra oggetti fisici e realtà virtuale… era il sogno di quando eravamo bambini!
Importante è capire con loro i margini esistenti tra le tante realtà possibili. Noto comunque che qualsiasi bambino può essere incuriosito da oggetti semplici: un fischietto, una molletta da bucato, un bottone…
Sta agli adulti facilitarne il contatto.
Francesco ha fatto e colorato il disegno di un coniglio, insieme lo abbiamo scansionato e utilizzato come fondo per riprodurlo con un programma grafico, alla fine lo abbiamo stampato. Poi Francesco ha voluto appendere nella sua cameretta tutti e due i disegni; per guardarli e confrontarli.
8.ToBeBit! Guarda spesso al mondo dell’educazione ambientale e dell’ecologia. In che modo e attraverso quali progetti il design si inserisce secondo te in modo davvero propositivo in questa tematica? E la Barbero Design, anche attraverso la produzione editoriale, quali messaggi si prefigge di comunicare?
Purtroppo spesso il designer non decide cosa progettare, se di quello che progetta ce n’è davvero bisogno. A me è capitato di essere chiamato per progettare un accendino usa e getta in plastica, che forse contraddice una certa idea di sostenibilità ambientale e di comportamento. Ma penso sia importante porre l’accento sul come si progetta, spesso cercando di fare il minor danno possibile. Conta molto una metodologia corretta che metta in luce tutti gli aspetti del progetto e della sua realizzazione.
Noi cerchiamo di progettare libri, oggetti e spazi per bambini, attenti soprattutto alle esperienze che possono generare, agli aspetti sensoriali visivi e tattili, cercando di facilitare un viaggio attraverso la semplice ma sorprendente quotidianità.
Ma stiamo anche attenti al fatto che i nostri libri siano un prodotto “di prossimità” pensato e stampato valorizzando risorse non troppo lontane, con materiali (carta, inchiostro) rispettosi dell’ambiente.
Poi vorremmo che le spedizioni alle varie librerie in Italia avvenissero con il treno, ma questo non è possibile, la stragrande maggioranza delle merci viaggiano su camion inquinanti, ingombranti e rumorosi!
9.Trai libri di B edizioni Design, ce n’è uno a cui è particolarmente legato?
Non in particolare… forse il primo – “Un albero è” – come tutti i primogeniti ha prodotto emozioni molto forti.
Appena stampato ci siamo precipitati, Marina ed io, a ritirarlo; il primo problema è stato che non contenesse errori; poi l’odore della carta fresca di stampa… e la preoccupazione di distribuire e vendere le prime 2000 copie.
Anche all’ultimo sono particolarmente legato, “Con te” ha determinato un parto difficile e lungo, con tanti ripensamenti dato i temi complessi e delicati che abbiamo affrontato. Gli affetti, le possibili famiglie, l’importanza dello stare insieme bene con le persone con cui si sta bene…
10.E tra le cose che ha progettato durante tutta la sua carriera?
Forse la linea Progetti for kids, di cui l’orologio a cucù Cucchino fa parte.
Si tratta di una serie di strumenti per misurare il tempo, che partono dalle esperienze che i bambini fanno: le attività durante la giornata, le ore intese come pezzi di un gioco; Cucchino è un orologio con la faccia e la lingua!
Fabrizio ci saluta con qualche anteprima sui prossimi progetti e un augurio
Relativamente alla casa editrice stiamo lavorando ad un libro che parla di uno stagno inteso come un sorprendente microambiente dove convivono generi di animali diversissimi tra di loro: anfibi, uccelli, pesci, insetti… tutti legati tra di loro da alcuni elementi comuni e complementari, amici e nemici, chi mangia chi e chi, semplicemente, scherza e gioca con chi…
Relativamente al design stiamo continuando ad immaginare strumenti di misura. Dopo il tempo anche l’altezza di un bambino, la crescita delle sue manine e dei suoi piedini, attraverso un misura bambino da muro dove hanno lasciato le loro impronte anche alcuni animali… anche un dinosauro!
“B edizioni design si augura di divertirsi molto e di appassionare tutti quei piccoli adulti e grandi bambini che insieme hanno il desiderio dell’avventura”
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